domenica 26 febbraio 2012

Riflessioni dal Consiglio Nazionale di Bosa


Ammucchiata indipendentista in Sardegna.



 

Con l’industria a pezzi, l’agropastorale in bilico, il turismo vago e la mancanza totale di programmazione e capacità di indirizzo, spero si ricominci a ragionare delle istanze autonomiste, indipendentiste, facendo a meno di  un presidente della regione che si spaccia  da “sardo e sardista” per recitare una parte che nessuno gli chiede.


Con le istanze autonomiste i cittadini Sardi sono interessati al proprio futuro, al lavoro, a una coesistenza sociale decente, alla possibilità di non dover andar via  dalla propria terra,per trovare uno straccio di lavoro, a non dover dipendere dalla pensione della zia, della nonna, del babbo o della mamma!

Sono  soprattutto  interessati a sentirsi  veramente Sardi, e ci mancherebbe, , ma non hanno nessuna intenzione di  mantenere una classe di politici/intellettuali che pensano prima di ogni altra cosa al proprio piatto ,  e in senso cattivo (incapaci di vivere d’altro, in malafede, ma non si capisce perché dovremmo mantenerli noi).

Che sia la volta buona che li prendiamo, seriamente, a calci nel culo?

Non possiamo più continuare a fare piazzate, a piagnucolare e a dare il fianco alla criminalità galoppante, pensando che comunque saremo sempre assistiti.

Ma Noi quando torneremo padroni delle nostre Terre, delle nostre case, del nostro destino etnico?

Quando presenteremo il salatissimo conto a Roma, e agli speculatori della Sardegna, all’Italia e ai suoi collabora-zionisti ?

Altro che “movimento dei pastori” se dovessimo svegliarci dal coma  profondo e far valere i nostri diritti, altro che fiscalità di vantaggio  e zona franca  abbiamo ben altro da pretendere!

L’essere Sardi  è la presa di coscienza che ci obbliga a far valere i nostri diritti, imponendoci delle regole che dobbiamo far nostre e rispettare, il Partito Sardo d’Azione è da sempre impegnato a divulgare queste idee,  si, perché sembrerebbe quasi, che quello che stiamo dicendo da più di novant’anni, sia tutto d’un tratto diventato dominio delle varie fazioni indipendentiste sarde, e dei partiti nazionali che si “fregiano” di queste idee.

 Diciamolo ai Sardi e spieghiamo meglio cosa stiamo facendo per la nostra terra, e quanto siamo continuamente osteggiati dai così detti partiti nazionali, all'interno della coalizione della quale attualmente  facciamo parte... no, così non può durare !!

La Vita, con la V, è innanzitutto Sangue-Suolo-Spirito, realizzazione razziale della propria Comunità, della propria lingua, del proprio Popolo, della propria Nazione! La Valle d'Aosta e il Trentino Alto Adige ce l'hanno fatta..... e noi cosa aspettiamo ???

Ce la faremo mai a capirlo? 

Il PSD’Az è tutto questo…attiviamoci mettendoci più impegno e proviamo a uscire dal torpore.


Fortza Paris

1 commento:

Franco Cappai ha detto...

La maggioranza dei partiti che ora sbandierano la “Sardità”, non hanno voluto sottoscrivere quella mozione presentata nell’attuale legislatura dall’On. Maninchedda. Dove si dice proprio così. Che «del territorio della Sardegna decidono i sardi e non lo Stato italiano». E che la giunta deve impegnarsi «a guidare la Sardegna verso una piena e compiuta indipendenza, avviando con lo Stato italiano una procedura di disimpegno istituzionale che preveda un quadro articolato di indennizzi per la Nazione sarda, in ragione di tutte le omissioni, i danni e le sperequazioni che la Sardegna ha subito prima dal Regno d’Italia e poi dalla Repubblica italiana». Non autonomia ma: «indipendenza».. E poi di cosa ci meravigliamo...servi nella nostra stessa casa. su Riflessioni dal Consiglio Nazionale di Bosa