Gas serra: in calo quasi tutte le
emissioni di gas climalteranti
maggio 2013
Nella gestione e trattamento dei rifiuti, le emissioni segnano un
– 15.9% e sembrano destinate a diminuire ulteriormente nei prossimi anni per via della riduzione delle emissioni dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica e al trattamento degli stessi negli impianti costantemente monitorati dagli organi preposti.
Diminuiscono le emissioni italiane dei 6 gas serra e, nel 2011, calano del
2.3% rispetto all’anno precedente e del 5.8% rispetto all’anno base
(1990), a fronte di un impegno nazionale di riduzione del 6.5% entro
il periodo 2008-2012; e’ questo il dato comunicato dall’ISPRA, nell’
ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite
(UNFCCC) e del protocollo di Kyoto, nell’ inventario nazionale delle
emissioni in atmosfera dei gas serra per l’anno 2011. Anche le stime
preliminari del 2012 prevedono un ulteriore calo del 4.2% rispetto
all’anno precedente, per il perdurare della congiuntura economica negativa.
I dati preliminari del 2012 rivelano una riduzione delle emissioni del 9.8% tra
il 1990 e il 2012, pari a 50.9 milioni di tonnellate di CO2 equivalente
(Mt CO2eq).
Questa riduzione, riscontrata a partire dal 2008, è la conseguenza di un
mix di fattori: riduzione dei consumi energetici e delle produzioni
industriali a causa della crisi economica, crescita della produzione di energia
da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) ed incremento dell’efficienza
energetica. Le emissioni dalle industrie energetiche e manifatturiere, che nel
periodo 2008-2011 incidono mediamente per il 58.8% delle emissioni nazionali,
si riducono del 15.5%, mentre quelle dei restanti settori si riducono del 5.1%.
In particolare nel settore industriale le emissioni per la produzione del
cemento, che nel 2008 incidevano per il 45.2% del settore, subiscono un declino
del 22.0%.
L’obiettivo del Protocollo di Kyoto va calcolato sulla media delle
emissioni del quinquennio 2008-2012. Considerando le stime preliminari per il
2012, pari a 468.1 Mt CO2eq, la media annua delle emissioni di gas
serra nel periodo 2008-2012, pari 497.8 Mt CO2eq, è superiore di
14.6 Mt CO2eq rispetto all’obiettivo fissato dal Protocollo di
Kyoto. La stima del gap effettivo calcolato secondo le regole
previste dal Protocollo (EU Emissions Trading Scheme) è in realtà
pari a 22.8 Mt CO2eq. Rispetto alle stime degli anni passati tale gap risulta
attualmente di entità ridotta e tale da consentire all’Italia di raggiungere
l’obiettivo di Kyoto con uno sforzo limitato attraverso l’utilizzo dei crediti
consentiti dai meccanismi flessibili del Protocollo (Emissions Trading,
Clean Development Mechanisms) e dei crediti derivanti dalle attività
forestali.
Nel dettaglio, tra il 1990 e il 2011, le emissioni di tutti i gas serra
passano da 519 a 489 milioni di tonnellate di CO2 equivalente,
variazione ottenuta principalmente grazie alla riduzione delle emissioni di CO2, che
contribuiscono per l’85% del totale e risultano, nel 2011, inferiori del 4.7%
rispetto al 1990.
Le emissioni di metano (CH4) e di protossido di azoto (N2O)
sono rispettivamente pari a circa il 7.5% e 5.5% del totale e sono in calo sia
per il metano (-16.4%) che per il protossido di azoto (-28.1%). Gli altri gas
serra, gas fluorurati quali idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) e
esafluoruro di zolfo (SF6), hanno un peso complessivo sul totale
delle emissioni che varia tra lo 0.1% e l’1.9%; le emissioni degli HFC
evidenziano una forte crescita, mentre le emissioni di PFC decrescono e quelle
di SF6 mostrano un minore incremento.
Emissioni settore per settore (1990-2011):
I settori delle industrie energetiche e dei trasporti sono quelli più
importanti, contribuendo a più della metà delle emissioni nazionali di gas
climalteranti. Rispetto al 1990, le emissioni di gas serra del settore
trasporti sono aumentate del 15.4%, a causa dell’incremento della
mobilità di merci e passeggeri; per il trasporto su strada, ad esempio, le
percorrenze complessive (veicoli x km) per le merci sono aumentate del 44%, e
per il trasporto passeggeri del 36%. Per il secondo anno consecutivo, però, si
riscontra una riduzione delle percorrenze di merci ed anche i consumi
energetici del settore, dopo aver raggiunto un picco nel 2007, sono in
riduzione.
Nello stesso periodo le emissioni delle industrie energetiche calano
del 4.4%, a fronte di un aumento della produzione di energia termoelettrica da
178.4 Terawattora (TWh) a 227.7 TWh, e dei consumi di energia elettrica
da 218.7 TWh a 313.8 TWh. Dall’analisi dell’andamento delle emissioni di
CO2 per unità energetica totale, emerge che l’andamento delle
emissioni di CO2negli anni ’90 ha seguito sostanzialmente quello dei
consumi energetici; solamente negli ultimi anni si delinea un disaccoppiamento
delle curve, dovuto principalmente alla sostituzione di combustibili a più alto
contenuto di carbonio con il gas naturale nella produzione di energia elettrica
e nell’industria e ad un incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili.
Aumentano del 9.7% le emissioni energetiche dal settore
residenziale e servizi . A questo proposito si può osservare che
in Italia il consumo di metano nel settore civile era già diffuso nei primi
anni ’90 e la crescita delle emissioni, in termini strutturali, è invece
correlata all’ aumento del numero delle abitazioni e dei relativi impianti di
riscaldamento oltre che, in termini congiunturali, ai fattori climatici
annuali.
Le emissioni del settore dell’industria manifatturiera diminuiscono del
29.6%prevalentemente in considerazione dell’incremento nel riutilizzo del
gas naturale in sostituzione dell’olio combustibile per produrre energia e
calore e per gli ultimi anni a seguito del calo della produzione industriale.
Per quel che riguarda il settore dei processi industriali,
la riduzione segna un - 17.4% . L’andamento è determinato
prevalentemente dalla forte riduzione delle emissioni di N2O
(-95.5%) nel settore chimico, grazie all’adozione di tecnologie di abbattimento
nella produzione dell’acido nitrico e acido adipico.
E’ invece del 17,7%, il calo riscontrato nel settore agricolo:
La riduzione principale si è ottenuta nelle emissioni dovute alla
fermentazione enterica (-12.4%) e alle deiezioni animali (-21.0%) poiché sono
diminuiti i capi allevati, in particolare bovini e vacche da latte, e, grazie a
un minor uso di fertilizzanti azotati, anche alle emissioni dai suoli agricoli (-21.1%).
Negli ultimi anni si è registrato un incremento della produzione e raccolta di
biogas dalle deiezioni animali a fini energetici, evitando emissioni di metano
dallo stoccaggio delle stesse.