Il fallimento di
un'illusione.
La
notizia è passata un po' in sordina, in Sardegna, destando maggiore eco a
livello nazionale: il Tribunale ha sancito definitivamente la conclusione del
centro di riciclaggio di Vedelago.
La
struttura, operante dal 2004 e portata avanti da Carla Poli, ha
terminato un percorso fattosi nell'ultimo periodo travagliato, per non dire
devastante: buchi abissali ( stimati, ma è tutto ancora da certificare, in una trentina
di milioni ),
stipendi non pagati, riduzione di personale. I lavoratori che passano da
30 a 15, poi il crac.
Un periodo in cui i molti debiti hanno ovviamente intaccato la credibilità del centro agli occhi dei Comuni fruitori e con la Contarina Spa ( l'azienda pubblica, e sottolineiamo pubblica, che si occupa di differenziata nella Marca ), e da lì è iniziato il declino. Indicata da tutto l'emisfero grillino e dagli ambientalisti del nostro territorio o sedicenti tali, come l'altro modello economico, quello virtuoso, era diventato meta di pellegrinaggio da un po' tutta Italia, dai vari comitati, compreso quello di Macomer.
Alcune note nel merito da parte di chi non capiva niente!
Abbiamo appreso che per il centro riciclo rifiuti di Vedelago è stato dichiarato il fallimento con un buco milionario di alcune decine di milioni di euro e il licenziamento dei dipendenti. Quello che il “nostro” comitato “non bruciamoci il futuro” di Macomer i suoi adepti hanno proposto e sponsorizzato ai cittadini del nostro territorio come il miglior modello possibile da seguire per la corretta gestione dei rifiuti, insultando e calunniando tutti coloro che ne obiettavano la non sostenibilità (i sindacalisti me compreso), si è rivelato l'ennesima bufala propinata in materia di trattamento dei rifiuti, a ragion veduta il gioco delle tre carte erano proprio loro a farlo!
Che cosa
avranno da dirci adesso al riguardo lor signori? Anche questa volta, negheranno
di avere detto che bisognava importare il modello di Vedelago/Tergu? Che cosa
resta delle tante promesse fatte in tema di rifiuti? Nulla, solo parole, e intanto l’impianto di
Tossilo e i suoi operai hanno continuato a svolgere il proprio dovere, smaltendo
i rifiuti del territorio. Rimane solo un comitato, che furbescamente ha usato
certi temi per portare avanti la loro ideologia senza capo e ne coda,
insistendo per un sistema di raccolta differenziata assurdo per il nostro
territorio, costoso e inadeguato.
Che
piaccia o no al comitato in oggetto il fallimento della loro proposta è davanti
agli occhi di tutti, ritenevano vantaggioso e immediatamente applicabile un
modello rivelatosi poi del tutto irrealizzabile, basato sulla chiusura del
termovalorizzatore di Tossilo, sul suo smontaggio e sul recupero dei rifiuti
modello Vedelago, senza curarsi della concreta fattibilità e sostenibilità
economica di quello che prometteva. Se invece avessero parlato di un supporto
al progressivo spegnimento degli impianti di incenerimento in Sardegna da
inserire nel Piano Regionale di Gestione Rifiuti, probabilmente ci sarebbe
stata una maggiore collaborazione e si sarebbero avviati dei seri tavoli di
concertazione . Ma loro…. erano assolutamente decisi e fermi nell’intento di
far spegnere immediatamente i forni indicando così, senza se e senza ma, la via
di casa e della disoccupazione agli operai che in quell’area lavorano ormai da
oltre vent’anni, il loro motto era “ o come diciamo noi o niente”.
Oggi noi operai responsabilmente ci stiamo facendo carico del problema, nella speranza che il nuovo progetto di ristrutturazione possa essere realizzato, continuiamo in maniera coscienziosa e nel rispetto delle vigenti normative a smaltire i rifiuti, considerando che al momento non esiste in Sardegna altra reale alternativa. Stiamo subendo anche le conseguenze in termini di dignità personale, tanto che continuiamo ad essere additati come untori del territorio, ebbene a dispetto di tutto quello che ci propinano, siamo consapevoli che la strada segnata è attualmente l’unica percorribile e che non è poi così semplicistico chiudere gli impianti per dover poi riempire la Sardegna di discariche a cielo aperto, non ne abbiamo assolutamente bisogno!
Costoro
sono buoni solo a parole, tanto poi il lavoro sporco lo dobbiamo fare sempre e
comunque noi! Ai politici che non hanno
il coraggio di fare scelte, diciamo di essere più determinati nelle decisioni
che renderanno più sicuro e sostenibile il futuro del nostro territorio e del
nostro ambiente.
Franco Cappai Segretario Territoriale Uiltrasporti Nuoro
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