lunedì 12 marzo 2012


Termovalorizzatore di Tossilo (Macomer)

  Gennaio 2012
Campania, ok al Piano regionale rifiuti
Il documento che prevede 3 nuovi inceneritori, un gassificatore e la raccolta differenziata al 50% entro l'anno. Critiche dall'opposizione e da associazioni ambientaliste
Il Consiglio della Regione Campania ha approvato il nuovo Piano regionale per la gestione dei rifiuti soldi urbani.


Il provvedimento, che era stato licenziato qualche settimana fa dalla Giunta, ha ottenuto il via libera con i soli voti della maggioranza ed è stato inviato nella notte a Bruxelles per essere sottoposto al vaglio delle istituzioni europee.
Il Piano, infatti, era uno dei documenti richiesti dalla Commissione Ue per scongiurare la procedura d'infrazione ai danni dell'Italia ed evitare multe salatissime per la mancata soluzione dell'emergenza campana.
Il documento, stando alle anticipazioni trapelate nei giorni scorsi, prevede l'apertura di tre nuovi impianti di incenerimento: quello di Salerno (al centro da anni di un controverso iter autorizzatorio), quello di Napoli Est (per il quale la giunta De Magistris ha espresso da subito un fermo rifiuto) e un terzo impianto a Giugliano, che dovrebbe servire soprattutto a bruciare le famigerate ecoballe accumulate a milioni nei diversi siti di stoccaggio dislocati sul territorio regionale. A questi di aggiunge inoltre un gassificatore da realizzare nel casertano, che dovrebbe rispondere alle esigenze di incenerimento della provincia di Caserta.
Proprio il nodo degli impianti rappresenta il principale oggetto del contendere intorno al Piano appena approvato dal Consiglio regionale.
Secondo l'opposizione, che ha espresso voto contrario, il provvedimento si concentra troppo sull'incenerimento, non rispettando la gerarchia prevista dalla normativa europea, che indica il recupero energetico come soluzione secondaria rispetto alla raccolta differenziata e al riciclo.
Una critica condivisa dal WWF Campania, che ritiene insufficienti le indicazioni contenute nel Piano in materia di differenziata e riduzione a monte dei rifiuti. «Il documento sceglie uno scenario in cui è evidente una manipolazione del concetto di sviluppo sostenibile, che significa ben altro che fare inceneritori – commenta l'associazione - Vengono disattesi gli obblighi nazionali di raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro quest’anno, manca una qualsiasi previsione riguardo la prevenzione dei rifiuti, che dal 2014 diviene obbligatoria».
Ancora più aspro il commento del Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania, secondo il quale il Piano rifiuti «fa fare alla Regione Campania un salto all'indietro di ben 15 anni».
Anche per il Coordinamento il problema principale è rappresentato dall'eccessivo ricorso ai termovalorizzatori. Per questo il Piano è descritto come «un documento che, puntando massicciamente sull'incenerimento (ben 1.390.000 tonnellate annue), viola palesemente la gerarchia europea nel trattamento dei rifiuti e apre le porte ad un utilizzo diffuso di questi impianti per lo smaltimento dei rifiuti speciali, anche pericolosi, che per la maggior parte arriveranno da fuori regione».
Ma il governatore Stefano Caldoro difende l'operato della sua amministrazione. «Dopo circa venti anni abbiamo approvato il piano sui rifiuti. Dopo quello sui rifiuti speciali un altro fondamentale tassello. È quanto l'Unione europea ci chiedeva da tempo – scrive in una nota - La Regione ha così concluso tutti gli adempimenti che le competevano ed ha creato le condizioni per evitare le sanzioni. Una riposta concreta a Bruxelles e soprattutto ai cittadini campani. Ringrazio l'assessore Giovanni Romano per il tenace lavoro , il Consiglio e la commissione competente per il contributo fornito».
Proprio l'assessore Romano ha respinto le accuse sulla scarsa importanza data dal Piano rifiuti alla raccolta differenziata.
«Il valore di partenza in termini percentuali – ha dichiarato nel corso del suo intervento in Consiglio regionale - dovrà essere già a partire dal 2012 pari almeno al 50% medio regionale, coerente con gli obiettivi di legge e che non esclude il raggiungimento dell’obiettivo finale che deve essere del 65%, previsto dalle normative nazionali ed europee».
Secondo il WWF, però, si tratta di una indicazione «troppo generica», priva di misure concrete per raggiungere effettivamente l'obiettivo indicato. Un punto di vista che sembra essere condiviso dalla Rete Commons. «La giunta Caldoro ha fatto una scelta da banditi - commenta Antonio Musella a nome dell'associazione - ovvero quella di implementare gli affari della lobby degli inceneritori e quella criminale della costruzione e gestione delle discariche decidendo di far diventare la nostra regione un territorio invaso dalle polveri sottili e quindi dai tumori e dalle leucemie».
Le polemiche intorno al nuovo documento di pianificazione, insomma, non sembrano destinate a placarsi.
In questo contesto, un elemento fondamentale sarà il parere dell'Unione Europea, a cui la Regione ha già trasmesso il documento, insieme alla relazione del Dipartimento delle Politiche Comunitarie che risponde ai rilievi tecnici mossi dalla Commissione.
«Ci aspettiamo – scrive il Coordinamento Regionale Rifiuti - che il Commissario all'ambiente Potocnik rispedisca al mittente questo vergognoso piano e obblighi la Regione Campania ad operare quantomeno nel rispetto delle normative comunitarie». Di avviso opposto l'assessore Romano, per il quale il documento rappresenta «uno strumento fondamentale per avviare a soluzione l'annosa questione dell'emergenza rifiuti scongiurando, siamo certi, il rischio più che concreto di pesantissime sanzioni al Paese».
Moderatamente ottimista il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che in un'intervista all'Ansa ha dichiarato che Napoli «ha fatto molto e a Bruxelles, che chiede azioni concrete, abbiamo mandato un messaggio chiaro». Quanto ai contenuti del Piano, De Magistris si dice certo dell'esistenza di «margini per trovare una posizione condivisa con tutti gli attori in campo», ma ribadisce la ferma opposizione della sua amministrazione all'inceneritore di Napoli Est. A questo punto, la parola passa a Bruxelles, una risposta a Napoli e all'Italia è attesa già per la giornata di martedì.
 Fonte: Eco dalle Città

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