mercoledì 21 marzo 2012


Pm 10, la causa non è l’inceneritore

da La Nazione.
L'INCENERITORE non è responsabile, se non in misura trascurabile, dell'inquinamento dell'aria da polveri PM10 registrato
dalla centralina della Stazione e pertanto «una specifica fermata dell'impianto non produrrebbe benefici apprezzabili sulla qualità dell'aria». L'assoluzione dell'inceneritore, chiara e netta, per i ripetuti sforamenti di PM10 rilevati alla Stazione e l'esclusione che la sospensione dell'impianto sia una misura consigliabile contro l'inquinamento dell'aria da PM10 si trova in un documento stilato congiuntamente da Arpat e Asl proprio allo scopo di fugare ogni dubbio sull'esistenza di «pareri diversi» tra i due enti di controllo. Il documento sintetizza una comune valutazione sui dati disponibili e sulle ricerche da condurre in futuro. LA PREMESSA da cui parte la relazione è il gran numero di sforamenti (65 nel 2011 oltre i 50 mg/m3) delle PM10 registrati alla Stazione. Arpat e Asl dividono le PM10 registrate dalla centralina in due tipi: quelle primarie, che vengono direttamente da una fonte inquinante e quelle secondarie, che derivano da «complesse reazioni chimico-fisiche che avvengono in atmosfera e che si possono formare anche a distanza di giorni e in luoghi anche lontani dal punto di emissione». In nessuno dei due tipi di PM10 l'inceneritore può essere indicato come una causa rilevante. Per quanto riguarda le PM10 primarie, Arpat e Asl osservano che «l'impianto, nel normale funzionamento, è caratterizzato da emissioni di polveri (PTS) inferiori ad 1mg/Nm3, inferiori rispetto non solo al limite di legge ma anche a quello imposto dall'autorizzazione ambientale della Provincia».  ARPAT e Asl asseriscono che «il PM10 emesso dall'inceneritore è l'l% delle emissioni di PM10 presenti nel comune». Anche per le PM10 secondarie «sulla base dei dati rilevati con il progetto Patos presso la Stazione di Montale, il contributo al PM10 secondario riferibile in parte anche agli ossidi di azoto, tenendo conto della frazione che è verosimile attribuire all'inceneritore, è di poco superiore a 1mg/m3», mentre il limite delle PM10 superato con gli sforamenti è di 50 mg/m3. MA A QUESTO PUNTO, accertato che l'inceneritore «non può determinare incrementi significativi del PM10», quali sono le cause degli sforamenti registrati alla centralina di Stazione? Arpat e Asl ritengono «necessario aumentare le conoscenze riguardo alla estensione territoriale della problematica e alle cause di tali anomale concentrazioni» rilevate dalla centralina di Stazione, in modo da individuare gli interventi più efficaci per ridurre l'inquinamento.
Occorre dunque «una analisi di dettaglio delle fonti di pressione presenti sul territorio correlandole alla diffusività atomosferica e alla composizione delle PM10».


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