mercoledì 21 marzo 2012

Buone notizie.



E il Consiglio si scopre «indipendentista»

Approvato anche il documento dei sardisti: «Tutta da verificare la lealtà dello Stato» 

CAGLIARI. Due votazioni apparentemente contradditorie in Consiglio regionale sulla Vertenza Sardegna. Con la prima, all’unanimità, si rafforza il confronto tra la giunta Cappellacci e il governo Monti. Con la seconda (dal sapore indipendentista: e le coalizioni si spaccano) si apre una «verifica sulla lealtà dello Stato».
La sintesi della giornata, una sintesi forse di comodo, l’ha fatta Ugo Cappellacci, il quale ha condiviso entrambi gli ordini del giorno: «Va bene proseguire il confronto con il governo Monti in modo unitario - ha detto il presidente della giunta - ma è anche giusto andare avanti senza remore e tenendo conto che per molti anni lo Stato è stato più che inadempiente nel rapporto con la Sardegna».
Per il Pd, che ha votato a favore dell’ordine del giorno unitario e contro quello «indipendentista», le due votazioni sono proprio contradditorie. «Come fa una Regione che non è riuscita a fare neanche una riforma ed è in ritardo nella sua politica economica - ha detto Mario Bruno, vice presidente del Consiglio regionale - a scaricare tutte le responsabilità nei confronti dello Stato? Sono ragionamenti di comodo, così Cappellacci dà le colpe ad altri e il Psd’Az ha l’alibi per rimanere in questa maggioranza del tutto fallimentare».
I veri vincitori della giornata sono proprio i sardisti e, al loro interno, Paolo Maninchedda, presidente della commissione Riforme, che ha materialmente scritto l’ordine del giorno «indipendentista» firmato anche da Udc e Fli della maggioranza e da Sel, Idv e Api dell’opposizione. «E’ la prima volta che in Italia - ha spiegato - una Regione mette in discussione la lealtà dello Stato e gli chiede di dimostrare la legittimità del rapporto di appartenenza».
Oltre al Pd (compatto) hanno votato contro l’ordine del giorno sardista i Riformatori e alcuni esponenti del Pdl, tra i quali il capogruppo Mario Diana e il leader della minoranza dissidente Nanni Campus.
L’ordine del giorno unitario, votato all’unanimità, impegna la giunta a chiedere a Monti, che ha già aperto il tavolo «tecnico», la convocazione «urgente del tavolo politico allargato alle autonomie locali, ai sindacati e alle associazioni di categoria e imprese». E’ la linea scaturita dalla seduta di venerdì scorso degli Stati Generali. Si chiede inoltre che il governo «in via pregiudiziale e urgente favorisca l’applicazione integrale dell’articolo 8 riformato dello Statuto speciale» (il caso delle entrate fiscali).
Il secondo ordine del giorno, quello «indipendentista», ha avuto 34 sì e 25 no. Con il documento il Consiglio «delibera di avviare una sessione speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda, per la verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato, che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permenenza della Regione Sardegna nella Repubblica italiana». Per chi ha votato a favore queste parole rafforzano con la discussione il rapporto con lo Stato, chi ha votato contro afferma che la presa di posizione mina le ragioni dell’unità dello Stato.

 

  

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