mercoledì 14 marzo 2012

Le solite lungaggini per non decidere.





No all'inceneritore L'Unione dei Comuni bacchetta la Provincia

MACOMER. Trattamento dei rifiuti

Fa molto discutere, nel Marghine, la posizione della Provincia di Nuoro che, con l'assessore all'Ambiente Ivo Carboni,

dichiara il proprio no alla realizzazione del nuovo inceneritore di Tossilo. Una scelta apparentemente senza ritorno che sembra cambiare le prospettive sull'infrastrutturazione del sistema di trattamento dei rifiuti di Macomer.
LA GESTIONE Gli elevati costi di gestione hanno provocato nei giorni scorsi le lamentele dei sindaci della provincia costretti a conferire a Tossilo. Il no della Provincia all'inceneritore crea reazioni contrastanti nel territorio, diviso fra favorevoli e contrari alla realizzazione dell'impianto. «Una crociata dai fini nobili combattuta con mezzi molto meno nobili». Così il sindaco di Borore Tore Ghisu definisce l'iniziativa di Carboni. «La battaglia sui costi di gestione - sottolinea il sindaco di Borore - è sacrosanta e ci può vedere d'accordo ma rimandiamo al mittente l'opposizione alla realizzazione dell'inceneritore che darebbe un colpo mortale al sistema di trattamento di Tossilo danneggiando il territorio». Posizioni condivise dal sindaco di Macomer Riccardo Uda e dal presidente dell'Unione dei comuni Franco Scanu. «Ciò che sconcerta - sottolinea Scanu - è che su questa vicenda la Provincia cambi idea con totale leggerezza. L'assessore Rocco Celentano sosteneva l'inceneritore di Macomer e con lui il suo successore Franco Corosu».
IL SODALIZIO «Oggi si cambia direzione senza il coinvolgimento delle amministrazioni locali dando un'idea di totale improvvisazione. Si vogliono dilatare i tempi per non decidere, a danno del sistema di trattamento di Tossilo che perderà il suo ruolo nel sistema regionale di gestione». Piena soddisfazione esprime invece il comitato “Non bruciamoci il futuro” che si oppone alla realizzazione dell'inceneritore. «La decisione dell'assessore Carboni - sottolinea Franca Battelli - va nella direzione da noi auspicata. Ora l'ulteriore auspicio è che siano salvaguardati i posti di lavoro della Tossilo Spa, da difendere anche in caso si arrivi a un periodo di transizione che, con la chiusura dei forni, non danneggi in alcun modo le maestranze impegnate negli impianti di Tossilo. L'altra priorità è che si preveda il continuo coinvolgimento dei cittadini interessati alla soluzione del problema».
Luca Contini
Questa è la direzione del territorio del Marghine a favore dei politicanti Nuoresi.




Addio all’inceneritore, scoppia la polemica

Rubattu: acceleriamo sulla «svolta verde». Ma i sindaci del Marghine frenano

Il progetto presentato dall’assessore Carboni infiamma il dibattito

TITO GIUSEPPE TOLA

NUORO. L’ipotesi di abbandonare l’inceneritore di Tossilo per sostituirlo con le piattaforme di differenziazione dei rifiuti avanzata (con l’obiettivo di abbattere le tariffe di smaltimento giunte a livelli insostenibili) dall’assessore provinciale all’Ambiente Ivo Carboni, suscita l’interesse delle amministrazioni locali, ma anche perplessità. Per i sindaci è indispensabile contenere i costi della Tarsu portati alle stelle da quelli di smaltimento, ma restano da sciogliere non pochi dubbi sull’effettivo risultato che i sistemi alternativi all’incenerimento possono produrre in un bacino d’utenza dove la raccolta differenziata è a livelli ancora inadeguati. A Macomer, poi, si teme che dietro l’operazione si celi un tentativo di scippo. Il piano regionale dei rifiuti prevede già che a Macomer confluiscano tutto il vetro, la plastica, la carta e il legno della provincia di Nuoro. Questo in ragione del fatto che smaltisce il secco nell’inceneritore. Tolto l’impianto si toglie anche tutto il resto.
La proposta dell’assessore Carboni incontra però reazioni favorevoli anche a Macomer. Il consigliere provinciale Andrea Rubattu è più che d’accordo sull’iniziativa della Provincia. «Su questo - dice - un anno fa avevo presentato una mozione firmata anche da Efisio Arbau. Il Consiglio provinciale l’aveva approvata. Indicavamo una soluzione che la Provincia sembra abbia sposato. La posizione dell’assessore, però, non basta. È indispensabile che il Consiglio si pronunci con una delibera dichiarandosi contrario alla posizione del piano regionale dei rifiuti che prevede l’inceneritore a Macomer e chiedendo che i 42 milioni di euro stanziati per il revamping siano destinati alla realizzazione di infrastrutture alternative all’incenerimento. Macomer deve diventare un polo regionale ambientale ospitando un sistema alternativo per la gestione dei rifiuti. Abbiamo subito per 25 anni la servitù negativa dell’impianto e della discarica, ora ci spetta la parte nobile».
Al plauso di chi è favorevole alla proposta di chiudere l’impianto di Tossilo si oppongono le reazioni negative. Givanni Biccai, presidente della Tossilo e vice sindaco di Macomer, spiega che l’aumento delle tariffe è dovuto alla mancanza di una discarica e al mancato revamping. «In due anni abbiamo aumentato di 70 euro a tonnellata - dice - perché conferiamo a Chilivani e perché l’impianto funziona singhiozzo e a metà della potenzialità. Col revamping e la discarica di servizio le tariffe si dimezzano. Ma il sito della nuova discarica lo deve indicare la Provincia, che finora è stata assente». Tore Ghisu, sindaco di Borore ed ex presidente del Consiglio provinciale, rilancia la tariffa unica regionale per lo smaltimento dei rifiuti. «Oggi c’è una sperequazione - dice -, che vanifica i risultati dei comuni impegnati nella raccolta differenziata. Tutti vogliamo abbattere le tariffe, ma il problema non si affronta partendo da queste. Ciò fa pensare a un tentativo di scardinare il sistema per scippare il resto.
L’inceneritore vogliamo spegnerlo anche noi, ma c’è una fase di transizione nella quale dovrà funzionare. Poiché in questo territorio ci viviamo noi, vogliamo che funzioni bene». Franco Scanu, sindaco di Sindia e presidente dell’Unione dei comuni, parla di «sparata» che non tiene conto delle indicazioni del territorio. «Carboni - dice - ha convocato i sindaci senza prima sentirci su questioni che avevamo già deciso. Ora propone un tavolo tecnico talmente ampio che non sarà in grado di decidere, ma allungherà i tempi. Ci ritroveremo senza impianto e senza scelte, Nel mentre altri territori, come Nuoro, si faranno la piattaforma».

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