mercoledì 18 aprile 2012

Spesso volutamente ci vogliono informare male!



Termovalorizzatore di Macomer
Questi sono i rifiuti che si trovano nei bordi stradali



Termovalorizzatori e raccolta differenziata  http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-


INTERVISTA AL MINISTRO DELL'AMBIENTE CLINI SULLE ENERGIE RINNOVABILI



Spesso volutamente ci vogliono informare male!

Rifiuti da demolizioni 

Rifiuti da bisboccia e altro
La termovalorizzazione dei rifiuti non è nè contrapposta nè in alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo.
La strategia adottata dall'Unione Europea e recepita in Italia con il Decreto Legislativo n° 22/97 affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di  una logica di gestione integrata del problema. Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la loro pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie) ed infine, ove non sia possibile, riciclare i materiali (es. vetro).
questo proposito occorre sottolineare  che la sola raccolta differenziata non è indice di riutilizzo del materiale raccolto. Sono molti gli esempi di materiale raccolto in modo differenziato e poi avviato comunque alla discarica perché di pessima qualità o senza alcun mercato. Per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare, si propone l'incenerimento con recupero energetico in alternativa allo smaltimento in discarica. Le esperienze di convivenza fra riciclo ed incenerimento avviate in vari Paesi d'Europa hanno dato risultati variabili. In Danimarca, ad esempio, un tasso di termovalorizzazione del 58% coesiste con una raccolta differenziata  pari al 31% del totale dei rifiuti urbani prodotti. Analogamente, in Olanda e Svizzera  dove circa il 45% di rifiuti è avviato a combustione, si registrano tassi di raccolta differenziata superiori al 30%. La stessa città di Brescia ha un tasso di raccolta differenziata del 39% ed uno dei più efficienti termovalorizzatori italiani. Tali esperienze  confermano, dunque, che  le due pratiche non sono incompatibili tra loro, anzi contribuiscono entrambe a formare i cittadini ad una più attenta sensibilità al problema dei rifiuti: insieme possono, e debbono, concorrere all'obiettivo comune di ridurre i rifiuti da conferire in discarica. In Italia, mentre il tasso di  raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 20% per merito, soprattutto, delle regioni del Nord), il ricorso alla termovalorizzazione è ancora limitato e rappresenta, con circa il 10%, uno dei valori più bassi in Europa. Da questo squilibrio scaturisce un ricorso eccessivo allo smaltimento in Smaltimento dei rifiuti solidi urbani  discarica che interessa attualmente oltre il 51% dei rifiuti urbani prodotti, con conseguenze ambientali che si vanno aggravando soprattutto nel Sud, dove molti impianti sono ormai saturi e la raccolta differenziata stenta a decollare non certo a causa della presenza dei termovalorizzatori perché come ben sappiamo sono pochi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La termovalorizzazione dei rifiuti non è contrapposta o alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo. Si tratta, al contrario, di due processi che occorre integrare per ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani, uscendo così da situazioni di "emergenza" e dall'uso della discarica come sistema di smaltimento dei rifiuti non utilmente riciclabili (cosiddetto Decreto Ronchi).
La strategia adottata dall'Unione Europea ed esplicitata nelle norme comunitarie, a loro volte recepite dalle leggi nazionali, affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di una logica di gestione integrata del problema. Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la loro pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie) ed infine, ove non sia possibile, riciclare i materiali (es. vetro). Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare, si propone l'incenerimento con recupero energetico al posto dello smaltimento in discarica.
Le esperienze avviate in vari Paesi d'Europa dimostrano che anche laddove il ricorso alla termovalorizzazione dei rifiuti è stato molto spinto, il tasso di crescita della raccolta differenziata non è diminuito, anzi, è cresciuto a ritmi sostenuti.