venerdì 6 aprile 2012

Questa è solo la punta dell'iceberg !


Discarica nascosta nei fondali sporchi del lago Omodeo

Sotto la superficie è accumulata una massa di detriti. Ci sono tralicci, rottami e persino lastre di eternit.
    Da: " La Nuova Sardegna 06 aprile 2012"


    di Maria Antonietta Cossu
    BUSACHI. Da anni si parla dell’Omodeo come elemento centrale della valorizzazione in chiave turistica della cintura circumlacuale, spesso dimenticando, o accantonando troppo velocemente, il problema dell’inquinamento.
    Secondo una previsione formulata in una delle tante tavole rotonde sul potenziale della risorsa idrica saranno necessari almeno venticinque anni per risanare le acque dell’invaso, in fondo al quale sarebbero state rinvenute persino tracce d’amianto. Un quarto di secolo è un intervallo troppo lungo,anche se necessario alla rigenerazione dell’habitat lacustre, ma il peggio è che nonostante i ripetuti allarmi sul tasso d’inquinamento del bacino imbrifero e del suo principale immissario, nulla o quasi è stato fatto per rimediare ai danni ambientali e alla salute umana. È tempo di invertire la rotta, rimuovendo in primo luogo quell’enorme discarica che giace sui fondali dell’Omodeo. A riportare l’attenzione sullo stato di salute della distesa d’acqua che lambisce le sponde del Barigadu e del Guilcer è il sindaco di Busachi, Giovanni Orrù, che inquadra il suo intervento anche in un’ottica di compensazione per le comunità penalizzate dall’ostruzione dell’opera idraulica.
    La bonifica del lago, secondo la visione dell’amministratore, dev’essere il punto da cui partire per pensare di sfruttarlo sia a fini turistici che irrigui. A dare la stura alle riflessioni del primo cittadino sono state le operazioni di ricerca dell’imprenditore di Ozieri, Agostino Satta, di cui le acque hanno restituito il corpo alcuni giorni fa. Le difficoltà incontrate dai sommozzatori sono dipese soprattutto dalla fitta presenza di corpi estranei: tralicci dell’Enel, detriti, rottami e lastre di eternit. «Materiale nocivo per la salute umana e per gli animali», ricorda il sindaco disapprovando l’inerzia e il disinteresse di chi è deputato a intervenire sul problema.
    «Assistiamo a un fenomeno di degrado ambientale causato dalla noncuranza dell’uomo e dall’indifferenza di tutti quei soggetti, dai gestori della struttura alle forze politiche regionali, nei confronti dei quali tempo fa abbiamo rivendicato un progetto di sviluppo che contemplasse la risorsa lago quale fonte di nuova occupazione, specie per i giovani», è l’amaro sfogo dell’amministratore, che rincara: «L’invaso è costato l’esproprio di centinaia di ettari di terreno, ha impoverito il territorio, ha provocato un forte impatto ambientale dal punto di vista climatico e finora non ha prodotto alcuna ricaduta positiva per le popolazioni residenti».
    Rivendicando una maggiore attenzione per la fascia circumlacuale, Giovanni Orrù invoca un immediato intervento e un monitoraggio costante: «Questa risorsa è fondamentale e quindi va risanata, valorizzata e resa fruibile. Non dev’essere a esclusivo beneficio del Campidano, ma deve diventare un elemento economico di rilancio dell’intera zona, di cui assistiamo impotenti alla desertificazione». Verrebbe da dire non solo climatica.

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