mercoledì 23 maggio 2012

Stop all'inceneritore ?


Parma dice stop all'inceneritore, ma la grana di Iren arriva anche a Reggio......




Il nuovo sindaco grillino intende bloccare il forno per i rifiuti: in ballo però c'è una penale da 180 milioni di euro, e Delrio vuole vederci chiaro


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Il giorno dopo la stravittoria dei grillini a Parma, la prima grana è piombata immediata. Ma tocca anche Reggio. E così oggi da una parte c’è Iren che nell’attesa tace: aspetta le mosse della controparte che dovrebbero concretizzarsi a breve in una chiamata del neo sindaco di Parma, il grillino Federico Pezzarotti, che- stando a quel che dice - presto la inviterà a sedersi attorno a un tavolo per affrontare il tema dell’inceneritore. In ballo c’è una penale da 180 milioni di euro.
Dall’altra invece c’è il primo cittadino di Reggio, Graziano Delrio, che sulla questione dell’inceneritore a Parma intende vederci chiaro. Una questione che il giorno dopo la conquista della città ducale da parte del Movimento 5 Stelle sta tenendo banco nel dibattito locale. Pizzarotti intende stoppare il forno anche se Iren l’ha già costruito quasi per intero. Delrio, di contro, sull’esito di questa partita sta con le antenne dritte anche perché i debito che la multiutility si porta appresso (e dunque i dividendi bassi) derivano in buona parte dagli investimenti fatti: il termovalorizzatore a Parma è uno di questi. I soci ci hanno messo i soldi, e l’argomento - secondo Reggio - non può essere liquidato con troppa facilità.
Va detto che Pizzarotti, eletto con il 60% dei consensi, sul no al termovalorizzatore ci ha messo la faccia visto che ha impostato il grosso della propria campagna elettorale sullo stop all’impianto che Iren sta costruendo a Ugozzolo. E lo stesso Beppe Grillo, dal suo blog, ha escluso che nella “food valley” emiliana si bruceranno rifiuti. Iren, per il momento, attende di essere convocata dal nuovo sindaco che in qualità di socio (ma Parma ha il 6%) ha messo in cima alla lista delle cose da fare la richiesta del Piano economico finanziario del termovalorizzatore. Gli addetti ai lavori, però, fanno notare che il Comune di Parma da solo, difficilmente potrà incidere su una decisione già ratificata dalla Conferenza dei servizi, con capofila la Provincia, e chiudere un cantiere in dirittura di arrivo. Quand’anche la volontà politica dovesse prevalere sulle logiche aziendali di Iren, e venisse riconvocata la Conferenza, non sarebbe certo la Provincia a sparigliare le carte. Il suo presidente e candidato sindaco per il centrosinistra Vincenzo Bernazzoli, ancora ieri dichiarava infatti: «Io resto convinto che questa proposta del termovalorizzatore di Parma risolva il problema dello smaltimento dei rifiuti e anche dell’abbassamento delle tariffe... Adesso vedremo alla prova dei fatti che cosa accadrà». A rincarare la dose, anche l’assessore provinciale all’Ambiente di Reggio, Mirko Tutino, secondo cui «l’eventualità di non attivare l’inceneritore in costruzione significherebbe andare in emergenza rifiuti». A Cavazzoli il nostro forno è stato chiuso, e per Tutino la scelta del Tmb implica uno stop allo smaltimento in loco dei rifiuti che arrivano da Oltre Enza. Il Comune di Parma, tuttavia, aveva già provato durante gli ultimi scampoli dell’amministrazione Vignali a bloccare l’inceneritore, adducendo come motivazione un presunto abuso edilizio. Il Tar ha dato ragione alla multiutility e i lavori dell’impianto proseguono. Nella complessa vicenda si inseriscono per contro anche due procedure di infrazione da parte della Commissione europea, che contesta l’affidamento diretto a Iren dei lavori dell’inceneritore. La proposta di Pizzarotti in tema di politiche ambientali è invece quella già portata avanti dal comitato ambientalista Gcr, che punta alla raccolta differenziata e al trattamento meccanico biologico (Tmb) per ridurre al minimo la quantità di rifiuti da smaltire. Il passo successivo sarebbe quello di un accordo con una ditta olandese (la Van Gansewinkel Group), che Pizzarotti vorrebbe mettere intorno ad un tavolo con Iren, disponibile a bruciare i rifiuti della città ducale in un proprio impianto specializzato. 
NAPOLI DOCET   

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