lunedì 21 maggio 2012

Catasto regionale dei rifiuti


Raccolta differenziata/impianti di smaltimento.

La Sardegna raggiunge nel 2010 il 44,9% nella raccolta differenziata, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani, con un miglioramento di circa il 2,5% rispetto al 2009.
E’ quanto emerge dai dati forniti dal Catasto regionale dei rifiuti, istituito presso l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpas), che ha prodotto, anche quest’anno (Dicembre 2011), il rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna relativo al 2010. Dal rapporto dell’Arpas, firmato dall’Assessore dell’Ambiente della regione Sardegna e dal Commissario straordinario dell’Arpas, Antonio Nicolo’ Corraine, emerge che il ridotto incremento rispetto al precedente anno, e’ accompagnato dai modesti risultati di alcuni dei Comuni con popolazione superiore ai 40.000 abitanti, ovvero Alghero, Cagliari, Olbia e Sassari, che si attestano su una performance del 30%, e dei territori del nord Sardegna (provincia di Olbia-Tempio e Sassari). Fino a quando questi Comuni e questi territori, non attiveranno efficienti sistemi di intercettazione dei rifiuti, la Sardegna ”difficilmente potra’ raggiungere gli ambiziosi risultati prescritti dalla normativa statale, ovvero il 65% di raccolta differenziata al 31 dicembre 2012”.
Il rapporto del Catasto regionale evidenzia, infatti, che 247 Comuni hanno superato la soglia prescritta al 31 dicembre 2010 ovvero il 55%, coinvolgendo solo il 46% della popolazione, indice degli scarsi risultati ottenuti dai maggiori Comuni sardi. Per incentivare i Comuni al raggiungimento della percentuale prevista dalla legge, nel corso degli anni la Regione ha emanato diverse disposizioni finalizzate proprio allo sviluppo delle raccolte differenziate secco-umido, istituendo i meccanismi premialita’ e penalita’. Nel corso del 2011 il Consiglio regionale ha anche stanziato 4 milioni di euro per aumentare i fondi di premialita’-penalita’ esauriti nei territori piu’ virtuosi. Meccanismi che verranno rinnovati, ”ma – evidenzia il rapporto dell’Arpas – occorre uno sforzo ulteriore da parte dei Comuni non virtuosi per conseguire gli obiettivi di legge”. Il rapporto mette in evidenza ”anche la progressiva riduzione dei rifiuti inviati direttamente in discarica senza un preventivo trattamento”. Nel corso del 2010 si sono manifestate delle situazioni emergenziali unicamente nel territorio del sassarese a causa dei ritardi nell’attivazione dell’impianto di selezione a servizio della Provincia, fatto che ha determinato il collocamento in discarica di rifiuti non trattati in virtu’ delle disposizioni derogatorie di cui alle ordinanze contingibili e urgenti del Presidente della Provincia.
Il rapporto dell’Arpas mette in evidenza la riduzione della volumetria residua disponibile nelle discariche pubbliche del territorio regionale: risultano critiche le situazioni dei territori del Sulcis, del Nuorese, del Logudoro e di Olbia-Tempio, mentre alcune Province (Cagliari, Oristano e Ogliastra) risultano prive di discarica di servizio agli impianti con conseguenti trasferimenti in altri territori. Preoccupanti anche i ritardi ”accumulati da parte di alcune province, che vanno a gravare su impianti ubicati in altri territori saturandone le disponibilita’, come sta avvenendo negli impianti di Ozieri e Villacidro. A questo si aggiunge – prosegue il rapporto – il ritardo accumulato nella costruzione di alcuni impianti di compostaggio, con la conseguente biostabilizzazione dei flussi di organico raccolti, il cui prodotto per quanto stabilizzato e dunque idoneo allo smaltimento va comunque ad occupare volumetria altrimenti utile per il residuo effettivo non recuperabile”. E l’Arpas l’ancia l’allarme, alla luce dell’attuale tendenza, sulle ”volumetrie disponibili, ad eccezione del sassarese, che potrebbero esaurirsi entro il 2013”, e per evitarlo nel corso di quest’anno ”i territori dovranno individuare i siti idonei a ubicare le discariche di servizio agli impianti e realizzarle con sollecitudine per non incorrere in situazioni di seria emergenza”. In mancanza di impianti di termovalorizzazione, un’efficace raccolta differenziata ridurra’ i quantitativi di rifiuti da abbancare, senza tuttavia riuscire ad annullarli, prolungando al piu’ di un anno la vita utile delle discariche della Sardegna. Il rapporto sottolinea anche ”la preoccupante riduzione dei rifiuti inviati a termovalorizzazione, a causa dei sempre piu’ frequenti interventi di manutenzione straordinaria a cui sono soggetti gli impianti esistenti, ormai da sottoporre ad urgenti interventi di revamping”, ovvero le operazioni di revisione e ristrutturazione gli impianti per di allungarne la loro vita.
E a questo proposto il rapporto dell’Agenzia regionale per l’ambiente proposito mette bin evidenza il prossimo scoglio normativo che sara’ necessario affrontare, ovvero il divieto di conferimento in discarica di rifiuti ad alto potere calorifico (superiore a 13.000 kJ/kg) a partire dal 1 gennaio 2013. E’ evidente – prosegue il rapporto firmato da Oppi e Corraine – che il territorio regionale non e’ in grado di affrontare le conseguenze derivanti dall’entrata in vigore di tale divieto perche’ le potenzialita’ dei termovalorizzatori esistenti sono inferiori alla quantita’ prodotta di secco residuo e sovvallo aventi il suddetto potere calorifico”. Questo fatto potrebbe esporre la Regione a situazioni emergenziali qualora non si realizzassero i termovalorizzatori prevista dal Piano Regionale. Il miglioramento dei livelli di raccolta differenziata ridurra’ infatti i quantitativi di secco residuo da termovalorizzare, senza pero’ annullarli. A livello regionale la produzione dei rifiuti ”e’ in leggero calo ma e’ necessario, conformemente a quanto prevede la gerarchia di gestione dei rifiuti europea – prosegue il rapporto – , un maggiore impegno nella prevenzione dei rifiuti, nel qual senso va il Programma per la prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti urbani recentemente adottato dalla Giunta”. La Regione sarda, alla luce dei dati dell’Arpas, ”e’ soddisfatta per i risultati raggiunti, che confermano la Regione Sardegna nel novero dei territori piu’ virtuosi nell’attuazione delle raccolte differenziate, ma diventa sempre piu’ urgente estendere una raccolta differenziata di livello elevato ai Comuni piu’ grandi ed ai territori in ritardo e completare – conclude il rapporto la dotazione impiantistica di Piano (termovalorizzatori e discariche di servizio) per evitare di incorrere in situazioni emergenziali che hanno vissuto altre regioni del territorio italiano”.

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