La Sardegna raggiunge nel 2010 il
44,9% nella raccolta differenziata, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti
urbani, con un miglioramento di circa il 2,5% rispetto al 2009.
E’ quanto
emerge dai dati forniti dal Catasto regionale dei rifiuti, istituito presso
l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpas), che ha prodotto,
anche quest’anno (Dicembre 2011), il rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani
in Sardegna relativo al 2010. Dal rapporto dell’Arpas, firmato dall’Assessore
dell’Ambiente della regione Sardegna e dal Commissario straordinario
dell’Arpas, Antonio Nicolo’ Corraine, emerge che il ridotto incremento rispetto
al precedente anno, e’ accompagnato dai modesti risultati di alcuni dei Comuni
con popolazione superiore ai 40.000 abitanti, ovvero Alghero, Cagliari, Olbia e
Sassari, che si attestano su una performance del 30%, e dei territori del nord
Sardegna (provincia di Olbia-Tempio e Sassari). Fino a quando questi Comuni e
questi territori, non attiveranno efficienti sistemi di intercettazione dei
rifiuti, la Sardegna ”difficilmente potra’ raggiungere gli ambiziosi risultati
prescritti dalla normativa statale, ovvero il 65% di raccolta differenziata al
31 dicembre 2012”.
Il
rapporto del Catasto regionale evidenzia, infatti, che 247 Comuni hanno
superato la soglia prescritta al 31 dicembre 2010 ovvero il 55%, coinvolgendo
solo il 46% della popolazione, indice degli scarsi risultati ottenuti dai
maggiori Comuni sardi. Per incentivare i Comuni al raggiungimento della
percentuale prevista dalla legge, nel corso degli anni la Regione ha emanato
diverse disposizioni finalizzate proprio allo sviluppo delle raccolte
differenziate secco-umido, istituendo i meccanismi premialita’ e penalita’. Nel
corso del 2011 il Consiglio regionale ha anche stanziato 4 milioni di euro per
aumentare i fondi di premialita’-penalita’ esauriti nei territori piu’
virtuosi. Meccanismi che verranno rinnovati, ”ma – evidenzia il rapporto
dell’Arpas – occorre uno sforzo ulteriore da parte dei Comuni non virtuosi per
conseguire gli obiettivi di legge”. Il rapporto mette in evidenza ”anche la
progressiva riduzione dei rifiuti inviati direttamente in discarica senza un
preventivo trattamento”. Nel corso del 2010 si sono manifestate delle
situazioni emergenziali unicamente nel territorio del sassarese a causa dei
ritardi nell’attivazione dell’impianto di selezione a servizio della Provincia,
fatto che ha determinato il collocamento in discarica di rifiuti non trattati
in virtu’ delle disposizioni derogatorie di cui alle ordinanze contingibili e
urgenti del Presidente della Provincia.
Il
rapporto dell’Arpas mette in evidenza la riduzione della volumetria residua
disponibile nelle discariche pubbliche del territorio regionale: risultano
critiche le situazioni dei territori del Sulcis, del Nuorese, del Logudoro e di Olbia-Tempio, mentre alcune Province
(Cagliari, Oristano e Ogliastra) risultano prive di discarica di servizio agli
impianti con conseguenti trasferimenti in altri territori. Preoccupanti anche
i ritardi ”accumulati da parte di alcune province, che vanno a gravare su
impianti ubicati in altri territori saturandone le disponibilita’, come sta
avvenendo negli impianti di Ozieri e Villacidro. A questo si aggiunge
– prosegue il rapporto – il ritardo accumulato nella costruzione di alcuni
impianti di compostaggio, con la conseguente biostabilizzazione dei flussi di
organico raccolti, il cui prodotto per quanto stabilizzato e dunque idoneo allo
smaltimento va comunque ad occupare volumetria altrimenti utile per il residuo
effettivo non recuperabile”. E l’Arpas l’ancia l’allarme,
alla luce dell’attuale tendenza, sulle ”volumetrie disponibili, ad
eccezione del sassarese, che potrebbero esaurirsi entro il 2013”, e per evitarlo
nel corso di quest’anno ”i territori dovranno
individuare i siti idonei a ubicare le discariche di servizio agli impianti e
realizzarle con sollecitudine per non incorrere in situazioni di seria
emergenza”. In mancanza di impianti di termovalorizzazione,
un’efficace raccolta differenziata ridurra’ i quantitativi di rifiuti da
abbancare, senza tuttavia riuscire ad annullarli, prolungando al piu’ di un
anno la vita utile delle discariche della Sardegna. Il rapporto sottolinea
anche ”la preoccupante riduzione dei rifiuti inviati a
termovalorizzazione, a causa dei sempre piu’ frequenti interventi di
manutenzione straordinaria a cui sono soggetti gli impianti esistenti, ormai da
sottoporre ad urgenti interventi di revamping”, ovvero le operazioni di revisione e ristrutturazione gli
impianti per di allungarne la loro vita.
E a questo
proposto il rapporto dell’Agenzia regionale per l’ambiente proposito mette bin
evidenza ”il prossimo scoglio normativo che sara’
necessario affrontare, ovvero il divieto di conferimento in discarica di
rifiuti ad alto potere calorifico (superiore a 13.000 kJ/kg) a partire dal 1
gennaio 2013. E’ evidente – prosegue il rapporto firmato da Oppi
e Corraine – che il territorio regionale non e’ in grado di affrontare le
conseguenze derivanti dall’entrata in vigore di tale divieto perche’ le
potenzialita’ dei termovalorizzatori esistenti sono inferiori alla quantita’
prodotta di secco residuo e sovvallo aventi il suddetto potere calorifico”. Questo fatto potrebbe esporre la Regione
a situazioni emergenziali qualora non si realizzassero i termovalorizzatori
prevista dal Piano Regionale. Il miglioramento dei livelli di raccolta differenziata ridurra’ infatti
i quantitativi di secco residuo da termovalorizzare, senza pero’ annullarli.
A livello regionale la produzione dei rifiuti ”e’ in leggero calo ma e’
necessario, conformemente a quanto prevede la gerarchia di gestione dei rifiuti
europea – prosegue il rapporto – , un maggiore impegno nella prevenzione dei
rifiuti, nel qual senso va il Programma per la prevenzione e riduzione della
produzione dei rifiuti urbani recentemente adottato dalla Giunta”. La Regione
sarda, alla luce dei dati dell’Arpas, ”e’ soddisfatta per i risultati
raggiunti, che confermano la Regione Sardegna nel novero dei territori piu’
virtuosi nell’attuazione delle raccolte differenziate, ma diventa
sempre piu’ urgente estendere una raccolta differenziata di livello elevato ai
Comuni piu’ grandi ed ai territori in ritardo e completare – conclude il
rapporto la dotazione impiantistica di Piano (termovalorizzatori e discariche
di servizio) per evitare di incorrere in situazioni emergenziali che hanno
vissuto altre regioni del territorio italiano”.
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