A LOMELLO, IN PROVINCIA DI PAVIA, LAVORATE MILLE TONNELLATE AL GIORNO
Le ceneri dei rifiuti solidi
urbani diventano mattoni.
Invece di finire in discarica, il composto può essere utilizzato in varie
applicazioni per l'edilizia sostenibile.
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"
Quindi vale anche per gli impianti di incenerimento, o no?
Manufatti dalle ceneri del Termovalorizzatore. |
PAVIA – Plastica, carta e cartone, vetro e alluminio. In molti Comuni, poi, si differenzia anche l’umido, gli scarti di cibo. E per il resto? C’è il sacco dell’indifferenziato. Nessuno, neanche il cittadino più virtuoso, può fare a meno del famoso «sacco nero», quello dove finisce dentro di tutto: il pattume che va all’inceneritore e, una volta ridotto in polvere, viene gettato in discarica. Con tutti i costi ambientali e di gestione connessi. Eppure un sistema per rinobilitare il cosiddetto «rifiuto dei rifiuti» esiste. E si trova in mezzo alla pianura Padana, a Lomello, in provincia di Pavia.
DAL RIFIUTO AL MATTONE - L’Officina dell’ambiente è un’azienda che trasforma le
ceneri dei rifiuti solidi urbani in un componente utilizzabile nel settore dei
laterizi: «Le scorie che provengono dai processi di termovalorizzazione sono un
materiale eccellente, costituito da un mix eterogeneo, ma allo stesso tempo
stabile e ripetitivo, di materiali inerti. L’ideale per il settore
dell’edilizia», commenta Luigi Radice, responsabile dello stabilimento
di Lomello. All’ingresso i camion vengono controllati per verificare che il
rifiuto sia conforme alle normative: «L’intero flusso di gestione del rifiuto è
disciplinato da un protocollo approvato dalla Provincia di Pavia», commenta
Alessandro Massalin, responsabile commerciale dell’azienda. Una volta
depositata, la montagna di ceneri di rifiuti resta in stoccaggio per 50 giorni
prima di passare alle fasi successive: «Si tratta di un insieme di trattamenti
fisico-meccanici, come la vagliatura, la frantumazione, la separazione di
materiali ferrosi e non ferrosi: nessun reattivo chimico viene utilizzato»,
prosegue Radice. Il risultato di questa lavorazione si chiama Matrix, una
«ghiaietta» in grado di sostituire in buona parte la marna naturale: «A seconda
della «raffinazione» del rifiuto, il composto può essere utilizzato per
prodotti differenti: non solo il cemento, ma anche manufatti in calcestruzzo,
mattoni e perfino asfalto e pavimentazione per arredo urbano», sostiene
Massalin.
CHILOMETRO ZERO - Ogni giorno a Lomello vengono lavorate circa mille
tonnellate di ceneri di rifiuti, che altrimenti andrebbero a finire in
discarica. In questo modo si limitano le opere di escavazione per
l'approvvigionamento di materie naturali e si evitano i problemi di smaltimento. Il materiale proviene direttamente dai principali
termovalorizzatori dell'Italia settentrionale e sempre nel Nord viene venduto
il prodotto: «Per mantenere la sostenibilità del sistema», spiega Mario Pinoli,
consulente ambientale dell'azienda, «è necessario anche in questo caso
applicare il concetto del "chilometro zero": i lunghi trasporti
sarebbero intollerabili sia da un punto di vista ambientale, che da quello
economico». La fabbrica, costruita su un’area industriale dismessa, è autosufficiente
dal punto di vista energetico: «Abbiamo un piccolo parco fotovoltaico e
pannelli solari installati sui tetti dei capannoni. Inoltre la legge ci obbliga
ad avere un depuratore per le acque reflue, che vengono utilizzate in parte per
l’irrigazione del prato: nel 2008 abbiamo anche ricevuto il premio dell’Emas (l’ente europeo che rilascia le certificazioni ambientali ndr)».
Parlando di rifiuti, si può pensare che l’azienda non abbia avuto vita facile
con gli enti locali: «Al contrario», prosegue Massalin, «abbiamo un buon
rapporto: innanzitutto non ci sono odori, inoltre, oltre ai controlli di
routine, abbiamo fatto numerosi test che hanno dimostrato lo stato di salubrità
dell’ambiente nei pressi dello stabilimento. Basta essere chiari: non siamo un
impianto di stoccaggio dei rifiuti. Qui ne entra un solo tipo, che viene
lavorato al punto da uscirne come “materia prima secondaria”».
EDILIZIA SOSTENIBILE - I cinque soci
dell'azienda della Lomellina avevano individuato già dieci anni fa in quale
direzione sarebbe andato il mondo dell'edilizia: «Il rispetto per l'ambiente
rappresenta di sicuro il futuro di questo settore», conferma Alessandro Greco,
professore di tecniche costruttive per l'edilizia sostenibile al corso di
laurea in ingegneria edile-architettura all'Università di Pavia, «e sono
convinto che l'impiego di materiali riciclati sarà sempre più consistente».
Edilizia sostenibile però non vuol dire solo questo: «L'impiego di questo tipo
di materiali va abbinato anche a una progettazione più consapevole, che porti
l'edificio all'autosufficienza energetica e al conseguente risparmio per il
proprietario». Per questo motivo sono diventate sempre più importanti le
certificazioni ambientali, come l'americana Leed: «È una delle garanzie
migliori che ci possano essere, perché pretende alti standard di sostenibilità
degli edifici». E per quanto riguarda le spese: «I costi iniziali di
progettazione sono un po' più elevati, ma i benefici si vedono nel tempo: ad
esempio con bollette meno salate a fine mese».
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