Al via il progetto "100% riciclo - 0%
discarica". Un'analisi dell'iniziativa promossa da Vedelago, Pampers e
Comune di Ponte alle Alpi
Anche se i bilanci di materia
non stanno esattamente come negli slogan.
Andando a vedere nel dettaglio i documenti presentati insieme al progetto, è evidente che le informazioni fornite sono in alcuni casi parziali, in altre addirittura errate. E non è solo un problema dell'unica legge impossibile da non rispettare, quel secondo principio della termodinamica che impedisce il "100% riciclo - 0% discarica". Ciò che salta agli occhi nel progetto, infatti, è l'assenza di qualsiasi bilancio di massa e la mancanza di riferimenti o spiegazioni sulla gestione e smaltimento degli scarti (che ogni processo industriale produce).
In verità, lo studio di Pamper/Fater e Centro Vedelago, il centro punto di riferimento delle associazioni "Rifiuti Zero", è per certi versi anche utile quando affronta e illustra "che cosa è meglio per l'ambiente". Di particolare interesse è l'analisi comparativa delle emissioni di CO2 "emesse" da un pannolino monouso, da uno lavabile o da uno biodegradabile. Seconda la ricerca sul "ciclo vita" appare indiscutibile che è il pannolino monouso riciclabile della Fater (azienda che produce e commercializza prodotti Pampers in Italia) è quello più ecologico e sostenibile ambientalmente.
Ciò che invece è discutibile è che si parla di 100% di riciclo e 0% discarica, come se fosse possibile far scomparire i rifiuti di processo. In effetti una spiegazione c'è, e la si trova solo in uno schema allegato al progetto che mette a confronto il processo di riciclo con quello dello smaltimento in discarica (e incenerimento) dei pannolini: dallo schema è evidente che non c'è nessun riciclo totale (100%) ne tantomeno un azzeramento della discarica. Senza aver mai accennato al problema niente affatto trascurabile dei rifiuti di processo, lo schema illustra proprio il problema che qualche da parte doveva essere trattato.
Ecco qualche numero: ogni 1000 Kg di pannolini si hanno 137 kg di granulato di materiale plastico, 283 kg di materia inviata a cartiera e 18 kg di materiale a inceneritore per produzione di energia elettrica. Per finire, ci sono 62 kg che vanno in discarica. E non finisce qui ovviamente. Perché dai kilogrammi inviati a riciclo in cartiera scaturiscono altri 71 Kg di rifiuti (speciali) destinati a recupero energetico. Infine, per chiudere il cerchio, ci sarebbero le ceneri dell'incenerimento.
Ma quest'ultime non vengono neanche menzionate
dallo schema.
Insomma: buone cose ma pessimi slogan.
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