Disastro ambientale in provincia di Ancona: Noe sequestra 5 mila mq di mare.
Sono invece complessivamente 500 le tonnellate di rifiuti in plastica che complessivamente galleggiano nel Mediterraneo e secondo l’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare e l’Università belga di Liegi la concentrazione più alta nel Mediterraneo era nel nord del Tirreno e a largo dell’Isola d’Elba con 892.000 frammenti plastici per km2, rispetto ad una media di 115.000.
Centinaia di tonnellate di inerti,
cemento e ferro sono state smaltite illegalmente.
20 ottobre 2012
MARINA DI MONTEMARCIANO (ANCONA) - Si allarga l'inchiesta per disastro
ambientale condotta dalla procura di Ancona e affidata ai carabinieri del Noe,
sullo smaltimento illegale in mare di centinaia di tonnellate di inerti,
cemento e ferro avvenuto durante la realizzazione di scogliere frangiflutto al
largo di Marina di Montemarciano. Oggi, dopo le ultime perlustrazioni dei
fondali condotte dai sub del Noe, è stato disposto il sequestro di altre sei
scogliere, e di un tratto di mare di 5 mila metri quadrati.
Secondo le prime risultanze investigative, l'azienda che nel 2010 si
aggiudicò l'appalto delle scogliere, la Simaco di Roma, avrebbe gettato in mare
i materiali precedentemente impiegati per costruire una strada provvisoria di
accesso al litorale, o, addirittura, avrebbe eretto le scogliere poggiandole un
'tappeto' di inerti, rifiuti speciali che per legge vanno smaltiti con
procedure ad hoc.
L'inchiesta - 15 le persone coinvolte, compresi due funzionari regionali -
è partita dalle ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla
turbativa d'asta e alla corruzione negli appalti, gare indette per il
ripristino di varie spiagge delle Marche, con fondi regionali. Poi, dopo la
scoperta del cemento e delle travi sommerse, si è allargata ai reati di disastro
ambientale e smaltimento illecito di rifiuti speciali. Fra gli indagati, il
direttore dei lavori per conto della Regione Marche, l'ing. Mauro Petraccini.
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