domenica 13 gennaio 2013

Grande partito dei Sardi


Il dado è tratto. 
Campagna elettorale di resistenza e libertà.
14 GENNAIO 2013  












Il Psd’az correrà da solo. Da ora in poi bando ai dubbi, solo campagna elettorale. Non mancano certo gli argomenti.
Capisco, e non poco, alcuni commenti recentemente postati sul sito. Anch’io ritengo un grave errore il coinvolgimento del gruppo di Prato, ma in un partito si sta anche dissentendo. Noi dissentiamo ma non fuggiamo. Quindi adesso lavoriamo sulla campagna elettorale. Con quale prospettiva? In primo luogo mantenendo intatta la bussola di questi anni: disaggregare il sistema politico sardo per riaggregarlo in modo da creare un grande partito della Sardegna. Per riaggregare occorre una riconosciuta onestà intellettuale e una sistema di relazioni politiche di qualità non chiuse in una metà campo. Noi abbiamo queste caratteristiche. In secondo luogo, dobbiamo continuare a costruire un luogo di elaborazione del programma del prossimo governo regionale. Da questo punto di vista, la campagna elettorale ci interessa molto, perché è una campagna in cui è giusto alzare i toni sull’espropriazione di libertà che il bipartitismo dogmatico e conformista italiano ha operato in questi anni.
Si può e si deve fare una campagna elettorale di resistenza e di libertà. Una battaglia contro la manipolazione degli individui, delle notizie, delle scelte, dei costumi. Si può e si deve raccontare come in questi ultimi 18 anni il preteso voto utile ha impoverito l’Italia, ritemprato le burocrazie centrali, siano esse di Stato o di privati, ridotto le libertà individuali, aumentato tragicamente la pressione fiscale, reso inermi i cittadini verso la riscossione da parte dello Stato delle imposte (le tasse vanno pagate, ma quando lo Stato contesta gli importi, i cittadini sono più deboli di prima nel potersi difendere), distrutto la scuola e l’università, distrutto quasi interamente il sistema manifatturiero italiano, consegnato il sistema economico italiano interamente a Eni e Finmeccanica, alterato il mercato dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni a favore di oligopoli privilegiati, favorito il conflitto di interessi al punto che i più ricchi (o di denaro o di potere) sono oggi anche i più forti sia politicamente che civilmente, distrutto il sistema di valori tradizionale a favore di un sistema commerciale fatto di esibizione, violenza, sessismo e competizione.
Si può fare una seria campagna elettorale fondata sulla dignità umana, sul recupero del significato della libertà, che o è individuale o è una vuota teoria.
Dobbiamo farla con pochi mezzi. Bisogna coniare parole d’ordine e immagini. Usare moltissimo i volantini, i pdf e le mail.
Il nostro target è il cittadino che vuole protestare, che si sente preso in un meccanismo che lo obbliga ad alcune scelte e poi lo abbandona. Questo tipo di persone affida a gesti solitari la propria protesta e ribellione: bisogna intercettarli.
Dobbiamo sapere che la campagna elettorale sulle piazze dura 8 giorni, tanti quanti sono i quattro fine settimana. Durante la settimana, la campagna elettorale sarà in tv e in rete. La tv è per noi off limit. Per essere efficaci in questa situazione occorre una particolare organizzazione. Come tutte le strategie di battaglia, bisogna bene organizzare il sistema formato da mezzi, persone, risorse materiali, risorse intelletuali, logistica e comunicazioni. Affidare la campagna elettorale ai soli candidati sarebbe immorale e ingiusto. Dobbiamo fare una campagna elettorale unitaria, morale, umanitaria. Dal canto mio proverò nei prossimi giorni a mettere su messaggi, contenuti, testi, volantini e immagini. Chi volesse contribuire è bene accetto.

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