venerdì 12 settembre 2014

saRDOS ISCHIDADE DAE SU SONNU !



 

RIFORMA DEL TITOLO V. IL GOVERNO VUOLE (S)VENDERE I SERVIZI VITALI DELL’ITALIA



Acqua, luce e gas. Attraverso la riforma del titolo V della costituzione italiana il Governo vuole espropriare le regioni per poi vendere questi servizi all’estero, probabilmente consegnandole in mani arabe o cinesi.




L’Obiettivo è stato perseguito dagli ultimi 3 governi che si sono succeduti: Monti, Letta e Renzi. Svendere il paese in nome del debito pubblico e dell’austerity. E così come primo passo sono state messe all’asta Poste Italiane, Telecom per poi arrivare ad Eni, Enel e Finmeccanica. Ma la fetta grande della torta riguarda la rete elettrica, quella idrica ed il gas.
Prima di poter (s)vendere però bisogna prima toglierli al legittimo proprietario, ossia i comuni. Ed è proprio per questo che interviene la riforma del titolo V.  Una riforma partorita durante il patto del Nazareno, stipulato da Renzi-Berlusconi  che ha evidenziato come si voglia evitare il “pericolo” democrazia, dato che tra le altre cose il patto prevede il taglio del senato e una legge elettorale ad personam. Nel Settembre del 2013 per la verità, il segreto di questo patto è stato svelato dalla penna di Filippo Barone, come segnalato dal blog “senza soste”: «Siccome la svendita delle quote statali di Eni, Enel e Finmeccanica farebbe racimolare solo 12 miliardi di euro, il governo e i tecnici dei ministeri hanno individuato nelle “utilities”, cioè le società di proprietà di Comuni e Regioni che gestiscono beni comuni e vitali – acqua, luce e gas – come la vera miniera d’oro da vendere ai privati per fare cassa». Con la “riforma del Titolo V” della Costituzione, in poche parole, «lo Stato scipperebbe i territori della gestione di questi beni, da poter poi vendere: tutto questo sarà fatto da un governo illegittimo formato da persone non elette,  grazie a Napolitano».
Durante il G20 del 2013 l’allora ministro dell’economia Saccomanni, intervistato da un emittente americana a domanda su come pensate di ridurre il debito, l’ex ministro risponde: Stiamo anche considerando la possibilità di vendere le nostre partecipazioni in aziende controllate dallo Stato». Dunque Eni, Enel, Finmeccanica? «Sì, stiamo considerando questo». Nel momento in cui le parole arrivano in Italia, Saccomanni si affretta a smentire ma ormai la frittata era fatta.
Bassanini, un tempo esponente della sinistra italiana ed ora legato a doppio filo ai “signori del mercato” nonché presidente della cassa depositi e prestiti spiega: “L’Italia è stata colpita dalla crisi più di altri paesi. Quindi, in Italia, oggi si possono fare investimenti e finanziamenti a condizioni molto favorevoli: ci sono ottime opportunità di investimento, in Italia”. Ammettendo anche che “la svendita delle migliori aziende di Stato non basta, bisognerà strappare acqua, luce e gas alla gestione pubblica, regionale e comunale, e poter vendere i servizi vitali, la vera preda a cui ambiscono i “mercati”.
Il problema è che questi servizi non appartengono allo Stato bensi alle regioni e ai comuni ed ecco perché va riformato il titolo V della costituzione. Agli italiani e quindi ai Sardi la cosa verrà presentata probabilmente con una gag del Premier o come roba vecchia da rottamare senza sapere che il titolo V della costituzione è quello che regola ed assegna agli enti locali l’autonomia necessaria per la creazione e gestione di questi servizi. A quel punto basterà svenderli e nel momento in cui i nuovi “padroni” gonfieranno i prezzi faranno affari da capogiro, mentre gli italiani si troveranno completamente in balia degli sciacalli stranieri ed allora l’Italia e la Sardegna saranno tecnicamente morte.


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