Una piccola riflessione all'inchiesta di un quotidiano regionale che ormai da troppo tempo vuole confondere le idee ai Sardi, sul problema dello smaltimento dei rifuti.
Esiste
in Europa un paese virtuoso, sono per caso dei marziani?
No,
Svizzeri:con 28 impianti di Termovalorizzazione e una differenziata al 90%.
E' possibile raggiungere quota 90% di raccolta differenziata in presenza (sul territorio nazionale) di 28 impianti di incenerimento (eliminando, in pratica, le discariche)? Certo!
Se
ancora ce ne fosse bisogno dalla Svizzera, è arrivata un'altra
conferma che incenerimento e differenziata non sono due pratiche
antagoniste. Il Paese che può essere considerato uno dei
"precursori" della raccolta differenziata, lo Stato che,
pur non avendo aderito all'Unione Europea è sempre stato
all'avanguardia nel settore rifiuti, ha fotografato la gestione
rifiuti elvetica attraverso una nota dell'Ufficio federale
dell'ambiente della Svizzera (Ufam). Secondo la statistica pubblicata
dall'Ufficio federale dell'ambiente (Ufam), nel 2011, la
differenziata del vetro ha toccato quota 94%, quella delle lattine
del 91% e quella del Pet 81%. "Questo successo - spiega l'Ufam -
è da ricondursi all'abitudine consolidata, in Svizzera, di fare la
raccolta differenziata e alla partecipazione di tutti gli attori
coinvolti". Il tutto, a fronte di 2.760.000 tonnellate di
rifiuti inceneriti.
La strategia Svizzera che ha portato ai risultati descritti nella nota, in modo molto chiaro, è messa ben in evidenza sul sito internet dell'Ufam: "In Svizzera tutti i rifiuti combustibili non riciclabili devono essere inceneriti in impianti adeguati". La maggior parte di questo materiale finisce in uno dei 28 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani. Tutti i rifiuti combustibili non riciclati devono essere inceneriti in impianti di combustione adeguati (divieto di deposito). Con l'entrata in funzione dell'IIRU di Thun la Svizzera dispone di una capacità d'incenerimento di 3,29 milioni di tonnellate, che le permette di rinunciare al conferimento in discarica di tutti i rifiuti combustibili". In pratica, è ciò che l'Ue chiede da 40 anni agli Stati membri, e che anche di recente è tornata a ribadire: l'obbligo della realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti e del rispetto coercitivo del suo approccio gerarchico.
La strategia Svizzera che ha portato ai risultati descritti nella nota, in modo molto chiaro, è messa ben in evidenza sul sito internet dell'Ufam: "In Svizzera tutti i rifiuti combustibili non riciclabili devono essere inceneriti in impianti adeguati". La maggior parte di questo materiale finisce in uno dei 28 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani. Tutti i rifiuti combustibili non riciclati devono essere inceneriti in impianti di combustione adeguati (divieto di deposito). Con l'entrata in funzione dell'IIRU di Thun la Svizzera dispone di una capacità d'incenerimento di 3,29 milioni di tonnellate, che le permette di rinunciare al conferimento in discarica di tutti i rifiuti combustibili". In pratica, è ciò che l'Ue chiede da 40 anni agli Stati membri, e che anche di recente è tornata a ribadire: l'obbligo della realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti e del rispetto coercitivo del suo approccio gerarchico.
Riflessione per chi ha voglia di informazione corretta:
Uno
dei migliori esempi in Europa l'abbiamo in Svizzera con gli impianti
più avanzati che arrivano al 90% di differenziata.
Con
i suoi 8 milioni di abitanti, la Svizzera, ha 28 impianti di
termovalorizzazione; fatte le dovute proporzioni, la Sardegna con
suoi 1,6 milioni di abitanti dovrebbe avere almeno 6 impianti di quel
tipo. Invece stiamo dibattendo da anni per ristrutturare il secondo a
Macomer (che utilizzerebbe le tecnologie e le indicazioni delle
esperienze Svizzere,da sempre considerata la nazione più attenta
alle problematiche ambientali) e non rifacendoci alle esperienze
purtroppo ormai fallimentari di qualche azienda Veneta (vedi
Vedelago) portata troppo spesso immotivatamente a esempio da alcuni
gruppi ambientalisti.
Scusate
se per corretta informazione mi vedo costretto a dare alcuni dati: la
produzione annua di rifiuti in Sardegna è di 800mila tonnellate,
delle quali solo il 40% viene trattato dai due impianti presenti in
Sardegna, questo significa che del 60% restante, tolta la
differenziata che arriva al 35% , viene regolarmente depositato (con
il benestare e il tacito assenso di alcune associazioni
ambientaliste) nelle discariche a cielo aperto.
Il
compito che ci prefiggiamo con la ristrutturazione dell'impianto di
Macomer (progetto del 1989), ormai obsoleto è di ridurre al massimo
il conferimento nelle discariche a cielo aperto (condannate oltre che
dal buon senso persino dalla UE).
Il
tutto realizzando un'impianto fuori da ogni demagogia e
condizionamento irrazionale, ritenuto a tutt'oggi il sistema più
efficiente e garantito per il rispetto ambientale.
Buona giornata
Franco Cappai Borore
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