domenica 26 ottobre 2014

"Rifiuti zero" in un mondo possibile, mai!


Il “rifiuto secco” va incenerito come si fa ovunque nel mondo.




A Vienna, l'inceneritore svetta, variopinto, in mezzo alla città, ed è luogo di visita per i turisti curiosi. Lo stesso in tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea ( a parere dei pseudo ambientalisti, in Europa sono tutti pazzi): sono di salute cagionevole gli altri che hanno gli inceneritori, coi quali trattano l'80% dei loro rifiuti solidi urbani?










Pensate. anche il nucleare, la prima fonte d'energia elettrica in Europa, in Italia è andato a puttane. Anzi, importiamo energia elettronucleare senza che nessuno si scandalizzi. Per contro, esportiamo rifiuti, vuoi in Germania, vuoi in Olanda, per bruciarli lì, perché noi non sappiamo dove smaltirli. Ma ci pensate? La monnezza è nell'elenco dei nostri prodotti tipici nazionali: dovremmo, se non altro, a questo punto chiedere il marchio Dop!

 Si fa la guerra agli inceneritori perché non si legge e non si sa che un moderno termovalorizzatore, quando è usato per produrre energia, ha un impatto ambientale simile a quello di un impianto a gas di uguale potenza; che ogni volta che esportiamo all’estero una tonnellata di rifiuti esportiamo in media 0.7 MWh di energia elettrica oppure, se si vuole sfruttare il calore, per ogni tonnellata di rifiuti esportiamo 0,4 MWh di energia elettrica e 1.4 MWh di energia termica che può essere usata per riscaldare le case (con impianti di teleriscaldamento che hanno un impatto ambientale e costi di gran lunga inferiori a quelli degli impianti che riscaldano i singoli edifici). Non ci rendiamo conto che l’energia che esportiamo con i rifiuti (per di più pagando perché se la prendano), la re-importiamo poi sotto forma di combustibili fossili con svantaggi per l’ambiente e per le nostre tasche. Non ci vuole molto per capire come stanno le cose, visto che esportiamo rifiuti in paesi più attenti del nostro ai problemi ambientali e che spesso bruciano i rifiuti in termovalorizzatori costruiti dentro le città per ridurre la lunghezza dei tubi con cui trasportano l’acqua calda nelle case. Chi combatte i termovalorizzatori conosce questi fatti?

La soluzione non verrà certo dai “no cari ai molti movimenti “verdi”, ma da un“” ad una proposta globale, costruita faticosamente, per coniugare il benessere delle persone con quello dell’ambiente.
Ritengo pertanto che i problemi dell’ambientalismo o presunto tale, saranno risolti solo quando vedremo qualche ambientalista frequentare convegni scientifici di livello e quando scienziati di pregio saranno invitati ai convegni dei “comitati”. Allora nasceranno discussioni costruttive, avremo tutti meno certezze, ma saremo più vicini alla verità e vedremo la rinascita del vero “ambientalismo non ideologico”.
Poi ci sono quelli che non vogliono l'impianto perché, dicono, bisogna perseguire l'obiettivo dei rifiuti-zero. Che è un po' come chiudere gli ospedali perché bisogna raggiungere l'obiettivo zero-malattie. E ci sono gli intellettuali che non vogliono l'inceneritore perché, dicono, «bisogna invece fare un tavolo ( l'ennesimo fatto di seghe mentali) per capire come risolvere i problema dei rifiuti». Dunque, non sanno come fare, però dicono di "NO" a chi propone di fare come tutto il mondo da sempre fa.

In tutto ciò, l'impressione è che in questo Paese è la democrazia che se ne va a ramengo. Uno disse che la democrazia, nata come l'arte di non fare immischiare la gente nelle cose che la riguardano, è diventata l'arte di obbligarla a decidere su cose che non capisce. Ma questa non è neanche quella democrazia, questa è prepotenza  e delirio che concedono solo governi troppo deboli. E il nostro sistema nel merito della questione rifiuti è debolissimo. Buona giornata a tutti

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