A Vienna, l'inceneritore svetta, variopinto, in mezzo alla città, ed è luogo di visita per i turisti curiosi. Lo stesso in tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea ( a parere dei pseudo ambientalisti, in Europa sono tutti pazzi): sono di salute cagionevole gli altri che hanno gli inceneritori, coi quali trattano l'80% dei loro rifiuti solidi urbani?
Pensate. anche il nucleare, la prima fonte d'energia
elettrica in Europa, in Italia è andato a puttane. Anzi, importiamo energia
elettronucleare senza che nessuno si scandalizzi. Per contro, esportiamo
rifiuti, vuoi in Germania, vuoi in Olanda, per bruciarli lì, perché noi non
sappiamo dove smaltirli. Ma ci pensate? La monnezza è nell'elenco dei nostri
prodotti tipici nazionali: dovremmo, se non altro, a questo punto chiedere il
marchio Dop!
Si fa la guerra
agli inceneritori perché non si legge e non si sa che un moderno termovalorizzatore, quando è usato per
produrre energia, ha un impatto ambientale simile a quello di un impianto a gas
di uguale potenza; che ogni volta che esportiamo all’estero una
tonnellata di rifiuti esportiamo in media 0.7 MWh di energia elettrica oppure,
se si vuole sfruttare il calore, per ogni tonnellata di rifiuti esportiamo 0,4
MWh di energia elettrica e 1.4 MWh di energia termica che può essere usata per
riscaldare le case (con impianti di teleriscaldamento che hanno un impatto
ambientale e costi di gran lunga inferiori a quelli degli impianti che
riscaldano i singoli edifici). Non ci rendiamo conto che l’energia che esportiamo con i rifiuti (per di più pagando perché se la
prendano), la re-importiamo poi sotto
forma di combustibili fossili con svantaggi per l’ambiente e per le nostre
tasche. Non ci vuole molto per capire come stanno le cose,
visto che esportiamo rifiuti in paesi più attenti del nostro ai problemi
ambientali e che spesso bruciano i rifiuti in termovalorizzatori costruiti
dentro le città per ridurre la lunghezza dei tubi con cui trasportano l’acqua
calda nelle case. Chi combatte i termovalorizzatori conosce questi fatti?
La soluzione non verrà certo dai “no” cari ai molti movimenti “verdi”, ma da un“sì” ad una proposta globale, costruita faticosamente, per coniugare il benessere delle persone con quello dell’ambiente.
Ritengo pertanto che i problemi dell’ambientalismo o presunto tale, saranno risolti solo quando vedremo qualche ambientalista frequentare convegni scientifici di livello e quando scienziati di pregio saranno invitati ai convegni dei “comitati”. Allora nasceranno discussioni costruttive, avremo tutti meno certezze, ma saremo più vicini alla verità e vedremo la rinascita del vero “ambientalismo non ideologico”.
Poi ci sono quelli che
non vogliono l'impianto perché, dicono, bisogna perseguire l'obiettivo dei
rifiuti-zero. Che è un po' come chiudere gli ospedali perché bisogna
raggiungere l'obiettivo zero-malattie. E ci sono gli intellettuali che non
vogliono l'inceneritore perché, dicono, «bisogna invece fare un tavolo
( l'ennesimo fatto di seghe mentali) per capire come risolvere i problema dei rifiuti». Dunque, non sanno
come fare, però dicono di "NO" a chi propone di fare come tutto il mondo da
sempre fa.
In tutto ciò,
l'impressione è che in questo Paese è la democrazia che se ne va a ramengo. Uno
disse che la democrazia, nata come l'arte di non fare immischiare la gente
nelle cose che la riguardano, è diventata l'arte di obbligarla a decidere su
cose che non capisce. Ma questa non è neanche quella democrazia, questa è
prepotenza e delirio che concedono solo
governi troppo deboli. E il nostro sistema nel merito della questione rifiuti è
debolissimo. Buona giornata a tutti
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