Allarmismi, senza confronto.
Non è giusto pertanto
diffondere notizie distorte e fare dell’inutile allarmismo. Soprattutto dopo
aver dimostrato in tanti anni che sulle alternative dello smaltimento e sul recupero
dei rifiuti, si son fatte e dette finora solo parole (ricordate per caso Vedelago e Tergu, mi chiedo come mai non se ne parla più ???)
Come sempre accade però l’allarmismo
e l’isterismo generati e creati ad hoc dai comitati, hanno occupato e
continuano a occupare per molti giorni le pagine dei giornali, i mezzi
televisivi e ovviamente i social di internet.
La scienza non nega
affatto la realtà e l’importanza dei problemi ambientali, sottolinea però la
necessità di affrontarli in modo razionale, attraverso gli strumenti che la
stessa mette a disposizione e non come i comitati del NO, in maniera puramente
emotiva e ideologica. Da notare che purtroppo, spesso, coloro che si occupano
di ambientalismo, sono privi di un’adeguata formazione scientifica e, pur non
rifiutando esplicitamente la scienza,volutamente la fraintendono e la manipolano
per sostenere le loro posizioni ideologiche e allarmistiche.
La tendenza del mondo
ambientalista è quella di costruirsi una sorta di “scienza organica alla causa”
formulando una tesi da ritagli di un’insieme di studi e di risultati
accomodanti allo scopo, ascoltando solo una minoranza di scienziati che si
occupano di questa causa e accusando coloro (scienziati) che d’accordo non sono,
di essere asserviti al potere o comunque collusi.
Esistono fra questi, derive fondamentaliste
che li inducono a essere palesemente antiscientifiche e anti progressiste. Loro utilizzano
spesso il principio di precauzione per giustificare la loro contrarietà nei
confronti di certe innovazioni tecnologiche, principio che in alcuni casi non
solo si è rivelato inutile ma anche dannoso.
Bisogna sapere che ogni
affermazione scientifica non è affatto certa, ma provvisoria e quindi
suscettibile di modifica. Tali affermazioni di scienza, hanno si un alto
livello di attendibilità , perchè basate su evidenze concrete, però sono ben
lontane da raggiungere la certezza.
Con le attuali tecnologie è possibile disporre
di Termovalorizzatori che affrontino il problema dei rifiuti in modo moderno e
rispettoso dell’ambiente e della sicurezza sanitaria.
E’ necessario, però, che gli impianti siano
affidati non ad ambientalisti della
domenica, ma a tecnici competenti, affinchè garantiscano sia la giusta
temperatura di operazione, sia la costante efficienza dei dispositivi di
abbattimento degli inquinanti.
Senza paura di smentita si
può affermare, questo si con dati scientifici, che tre impianti di Termovalorizzazione sono pari alle emissioni di un’automobile diesel, come
stare per un minuto davanti ai nostri cari barbecue, o fumare una sigaretta.
Il confronto è fondamentale…..
senza fare del terrorismo ambientale!
Buon lavoro a tutti,
Franco Cappai Borore
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