mercoledì 19 novembre 2014

Allarmismi, senza confronto.

Non è giusto pertanto diffondere notizie distorte e fare dell’inutile allarmismo. Soprattutto dopo aver dimostrato in tanti anni che sulle alternative dello smaltimento e sul recupero dei rifiuti, si son fatte e dette finora solo parole (ricordate per caso Vedelago e Tergu, mi chiedo come mai non se ne parla più ???)

Come sempre accade però l’allarmismo e l’isterismo generati e creati ad hoc dai comitati, hanno occupato e continuano a occupare per molti giorni le pagine dei giornali, i mezzi televisivi e ovviamente i social di internet.
La scienza non nega affatto la realtà e l’importanza dei problemi ambientali, sottolinea però la necessità di affrontarli in modo razionale, attraverso gli strumenti che la stessa mette a disposizione e non come i comitati del NO, in maniera puramente emotiva e ideologica. Da notare che purtroppo, spesso, coloro che si occupano di ambientalismo, sono privi di un’adeguata formazione scientifica e, pur non rifiutando esplicitamente la scienza,volutamente la fraintendono e la manipolano per sostenere le loro posizioni ideologiche e allarmistiche.
La tendenza del mondo ambientalista è quella di costruirsi una sorta di “scienza organica alla causa” formulando una tesi da ritagli di un’insieme di studi e di risultati accomodanti allo scopo, ascoltando solo una minoranza di scienziati che si occupano di questa causa e accusando coloro (scienziati) che d’accordo non sono, di essere asserviti al potere o comunque collusi.
Esistono fra questi, derive fondamentaliste che li inducono a essere palesemente antiscientifiche e anti progressiste. Loro utilizzano spesso il principio di precauzione per giustificare la loro contrarietà nei confronti di certe innovazioni tecnologiche, principio che in alcuni casi non solo si è rivelato inutile ma anche dannoso. 
Bisogna sapere che ogni affermazione scientifica non è affatto certa, ma provvisoria e quindi suscettibile di modifica. Tali affermazioni di scienza, hanno si un alto livello di attendibilità , perchè basate su evidenze concrete, però sono ben lontane da raggiungere la certezza. 
Con le attuali tecnologie è possibile disporre di Termovalorizzatori che affrontino il problema dei rifiuti in modo moderno e rispettoso dell’ambiente e della sicurezza sanitaria.
E’ necessario, però, che gli impianti siano affidati  non ad ambientalisti della domenica, ma a tecnici competenti, affinchè garantiscano sia la giusta temperatura di operazione, sia la costante efficienza dei dispositivi di abbattimento degli inquinanti.
Senza paura di smentita si può affermare, questo si con dati scientifici, che tre impianti di Termovalorizzazione sono pari alle emissioni di un’automobile diesel, come stare per un minuto davanti ai nostri cari barbecue, o fumare una sigaretta.


Il confronto è fondamentale….. senza fare del terrorismo ambientale!

Buon lavoro a tutti,
Franco Cappai Borore

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