Faide a Sinistra, cinesi in casa
9 FEBBRAIO 2013 tratto dal blog di paolo maninchedda
Oggi la Nuova Sardegna ospita un articolo a quattro mani di Arturo Parisi e
Mario Segni che, sull’onda di informazioni molto approssimative sulla
Fondazione Banco di Sardegna e sul peso, rispetto alla diversificazione del suo
patrimonio, del pacchetto di azioni del Banco di Sardegna, cerca di istituire
un parallelo,
che non c’è, tra la vicenda del Monte dei Paschi di Siena e la
Fondazione sarda. L’obiettivo però è un classico obiettivo di potere e di
invidia sassarese: la presidenza della Fondazione. È uno scontro tutto interno
al Centro-sinistra ed è animato da un criterio coniato per l’occorrenza: fuori
i politici dalle fondazioni. La posizione è un po’ strana e chi la usa lo sa.
Infatti, sarebbe giusto dire: “Fuori i politici dalle banche” come prescrive la
legge Amato. Il problema MPS è che la Fondazione ha gestito la banca e si è
indebitata per garantirsene il controllo, uno scenario inesistente in Sardegna.
Perché i deputati e i senatori, gli amministratori comunali e regionali, i
sindacalisti, dovrebbero stare fuori dalle fondazioni, cioè dai luoghi della
filantropia e dell’intervento sociale e culturale? Perché sono politici?
Sarebbe un’aberrazione. E da chi dovrebbero essere gestite le Fondazioni, dai
finanzieri e dagli economisti che si candidano sempre a gestire anche le banche
e sono i responsabili di tutte le previsioni sbagliate degli ultimi tempi, sono
i responsabili del vuoto progettuale del pensiero economico italiano, sono i
gestori della confusione solo italiana tra banche di credito e banche d’affari?
Nelle Fondazioni devono andare psemplicemente persone oneste e capaci, come in
tutti i luoghi di responsabilità.Nel frattempo E.On sta chiudendo la cessione di tutto l’asset italiano ai Cinesi. Lo dico al sottosegretario Pinocchio De Vincenti: quando un gruppo sardo (Clivati) fece l’offerta per l’acquisto del sito di Porto Torres, il governo italiano fece orecchie da mercante. Oggi, arrivano i cinesi, notoriamente attenti agli aspetti ambientali, notoriamente indifferenti all’esercizio del controllo politico oltre che di quello economico. Questa è l’Italia rispetto alla Sardegna: un potere esterno che ci vende, come faceva Cavour, come merce di scambio.
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