Una considerazione merita di essere fatta.
Esiste in molte circostanze, da noi,
l’atteggiamento incoerente e ipocrita, di chi vorrebbe sviluppo, lavoro e benessere, ma ne
rifiuta i corollari che possono anche essere negativi.
E’ il caso del rifiuto
ideologico dell’eolico e in parte anche del fotovoltaico, oppure delle
sollevazioni popolari contro i termovalorizzatori, gli inceneritori, le
discariche controllate in genere. Si prendono di mira i processi produttivi
industriali necessariamente sottoposti, proprio per la loro dose di rischio, a protocolli rigidissimi di
sicurezza, nello stesso tempo si consente all’economia sommersa sicuramente non
più virtuosa ecologicamente – magari avvalendosi di braccia straniere - di
provvedere brutalmente ad assicurare quanto si nega all’economia emersa e regolare
( vedere gli esempi dei paesi emergenti tipo Cina e India, chi li controlla
costoro?). Smaltire i rifiuti, produrre energia della quale tutti usufruiamo,
poi, non è come lavorare (con tutto il rispetto) in una pasticceria o a Poste
Italiane. Ai tempi dei nostri nonni e bisnonni si moriva di fame, de su
fogu mandigadore (forme allora, non riconosciute di cancro), di malaria, magari
di influenza (ricordate la febbre Spagnola che seminò milioni di vittime nel
mondo?) ad un’età in cui, oggi, i giovani e anche persone in età avanzata si
pongono il problema del continuo aumento della disoccupazione e del malessere
generale. Ma allora come oggi, vi è sempre stato un saldo rapporto tra l’essere
umano e l’ambiente in cui vive, oggi per fortuna con maggiore attenzione e
senso di responsabilità.
D’altronde
dal Paradiso Terrestre Adamo ed Eva furono cacciati milioni di anni fa, da
allora in quel Paradiso, non ci ha rimesso piede più nessuno.
Nessun commento:
Posta un commento