venerdì 10 maggio 2013


A proposito di Termovalorizzatori, l'analisi di "Frost & Sullivan"


Secondo l'istituto di ricerca e analisi statunitense "Frost & Sullivan", in Europa, il recupero di energia da rifiuti ha prodotto entrate per circa 4,22 miliardi di dollari e nel 2012 (3,2 miliardi di euro) e gli analisti stimano che questa cifra raggiungerà quota 4,94 miliardi di dollari nel 2016. Una crescita che, nel rispetto della gerarchia del sistema integrato, va nella direzione della sostenibilità della gestione dei rifiuti.
Con la maggioranza degli impianti di termovalorizzazione da rinnovare, sempre secondo "Frost & Sullivan", nel rapporto si prevede che «l'Italia diventerà uno dei mercati più attraenti del vecchio continente tra il 2013 e il 2016». Nel nostro paese, spiegano gli analisti, ci sono oggi 55 termovalorizzatori, impianti waste-to-energy, o wte, dove la tecnologia a griglie è la soluzione dominante. Tuttavia, si stima che l'83,2% di questi inceneritori abbia più di dieci anni: pertanto, nel breve periodo, l'Italia dovrà puntare sulla modernizzazione delle vecchie tecnologie con "l'obiettivo di una maggiore efficienza energetica".
«Le aziende di gestione dei rifiuti stanno gradualmente reindirizzando i solidi urbani dalle discariche verso l'impiego per la produzione di energia rinnovabile - spiega Monika Chrusciak, analista di "Frost & Sullivan"- a causa delle normative sulla limitazione delle discariche e degli incentivi per la riduzione delle emissioni di carbonio».
Per gli analisti americani, in passato c'è stata una forte opposizione dei cittadini all'installazione di nuovi termovalorizzatori. Ora però gli inceneritori sono sempre più accettati, visto che le aziende produttrici «stanno costruendo unità moderne - sostiene il rapporto - che riducono l'inquinamento dell'aria».

Nessun commento: